Il protagonista ha un passato di grande sofferenza. Non ci viene mostrato subito. Ci viene invece fatto vedere quanto sia burbero e perfezionista la limite del patologico (e guarda caso nella comunità nessuno sembra davvero “normale”). Solo con lo scorrere della “pellicola” iniziamo a scorgere la storia di Otto e sempre di più capiamo perché sia diventato così. Ecco che riusciamo finalmente ad empatizzare con quest’uomo, che a prima vista avremmo recluso nella categoria dell’antipatico da evitare. Non così la nuova vicina di casa che viene a rompergli gli schemi e a donargli un po’ di calore umano; non perché se lo meriti ma perché lei è così: una buona vicina di casa, capace con libertà e naturalezza di chiedere e dare. Inizierà così un bel viaggio di conversione per Otto, che potrà scoprire come la bellezza della vita non risieda nel perfezionismo ma nelle relazioni, fatte di fiducia, affetto, accoglienza e reciproco sostegno.

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