Non avere i soldi per permettersi un posto dove andare, qualcosa da mangiare, un letto dove riposare, soprattutto se hai un figlio da accudire deve essere un’esperienza terribile. Specialmente se fai tutto quello che puoi per rimediare alla situazione ma non te ne va una dritta come accade al protagonista.Questo concetto ovvio questo film te lo sa far provare fino al midollo. Non so perché ma mi sono identificato di brutto… ed è stato brutto. In questo il film a mio avviso riesce benissimo. Lo spunto di riflessione però che dà è legato a come si cerca la felicità. Già.. come si cerca? o dove la si può trovare? Il testo pare suggerire che se ti impegni come un matto, per qunato le condizioni siano avverse prima o poi ce la farai… non deve perdere mai la fiducia in te stesso neppure quando tua moglie ti lascia perché è stufa dei tuoi insuccessi. In chiusura ci viene fatto intendere che la felicità si trova quando finalmente si raggiunge il tanto agognato obiettivo, quando si ha successo. Qualcuno però un tempo mi ha insegnanto che è vero il contrario… cioè che avere successo è trovare la felicità e non vicecersa. E se il protagonista non fosse riuscito nel suo intento? Sarebbe potuto essere felice comunque? avrebbe potuto godere di quel poco che la Provvidenza gli mandava (infondo nonostante tutto è riuscito a fare il colloquio, vendeva le sue macchine che gli permettevano di respirare per un po’)? Insomma i poveri possono essere felici?

Di admin

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