Film straordinario sull’amore e sul suo potere trasformativo. Guido è una persona se vogliamo un po’ “strana”: per il suo linguaggio particolare, per la sua passione per i martiri protocristiani ma in positivo per la sua capacità di essere tutto votato alla sua amata, per essere capace di sperare e avere uno sguardo positivo verso il reale nonostante le difficoltà di tutti i santi giorni. Una specie di moderno Giobbe. E per la donna che ama saprà compiere ogni sorta di sacrificio, fino a rinunciare con gioia anche al lavoro che avrebbe sempre desiderato, capace di reagire di fronte alla notizia di essere stato tradito con una carezza e un ” mi dispiace per te”. Non gli si sente dire spesso “ti amo” ma ogni suo gesto, ogni sua scelta lo grida potentemente. E tutto questo a cosa porterà? Porterà a trasformare la sua partner, una tipa che era scapestrata, che si riteneva una buona a nulla. Evidenza che emerge soprattutto nella visita dei genitori dove i loro gesti di affetto vengono malinterpretati come critiche. Ma Guido essendo sé stesso, amandola come è capace potrà con il suo sguardo farla sbocciare nella consapevolezza che se anche lei non si sente ancora all’altezza lui la accompagnerà per sempre amandola per quello che è, senza nessuna pretesa su di lei. Certo il personaggio di Guido, a ben pensarci se inizialmente può sembrare un po’ “sfigato” si rivela un uomo strepitoso, quasi irraggiungibile ma la sua figura forse un po’ idealizzata potentemente ci chiede come noi stiamo amando e affrontando le difficoltà di ogni giorno.

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