Con la leggerezza e la comicità dei film d’animazione questo Rango affronta un tema molto serio come quello della scoperta della proprià identità. Il protagonista spesso si domanda “Chi sono?”. E il film diventa il viaggio di Rango dentro sé stesso, grazie alla relazione con altri (all’inizio ci viene mostrato come prima delle vicende narrate, non aveva relazioni ed era costretto ad “autorelazionarsi” nella sua teca dove cercava di combattere la solitudine recitando vari ruoli come nel disperato tentativo di sperimentarsi). Poi grazie alle vecende più o meno avventurose della storia e all’aiuto dello “spirito guida” che incontra nel deserto (forse un’apertura al trascendente), Rango capisce che non può “abbandonare la sua storia”, che deve prendere le sue responsabilità semplicemente essendo sé stesso, abbandonando l’idea di essere qualcun’altro, giocandosi con i suoi talenti, trovando il coraggio di mostrarsi agli altri per quello che davvero è.